La mattina è limpida, di cielo azzurro e aria pungente. Scendiamo in fretta per fare colazione, abbiamo voglia di iniziare a camminare.
Mentre mangiamo, l’hospitalero si avvicina e ci dice che l’albergue offre un servizio gratuito di trasporto dello zaino fino a O’Cebreiro. Se qualcuno vuole fermarsi prima, lo zaino verrà depositato all’albergue che il pellegrino indicherà. Così i peregrinos possono camminare godendosi l’ascesa al monte, che già di per sé è dura.
“Mamma, gli diamo i nostri zaini?”
“No, Johann, posso portarlo, sono abituata! Vuoi dargli il tuo?”
L’hospitalero ci sente e interviene con un sorriso. Mi dice qualcosa che mi fa pensare. Qualche volta si può lasciare che siano gli altri a portare i nostri pesi, non c’è nulla di male o di vergognoso nel lasciarsi aiutare. Mi convince. Gli daremo gli zaini da trasportare fino in cima.
Mi dice: “Llévate sólo lo imprescindible.” Porta con te solo l’imprescindibile.
Mio giro e guardo Johann, che è seduto vicino a me. È lui, l’imprescindibile. Il resto, sono quattro stracci.
(Fotografia e testo di Elisabetta Orlandi – Tutti i diritti riservati)
da Unmilioneottocentomila passi. Io, il mio bambino e il Cammino di Santiago, di E. Orlandi, Edizioni Paoline, Milano, 2012